I media, incerti, le hanno dette tutte, ma solo qualcuno ha messo l’accento sull’unica verità che ha portato Maira Paola, ventenne di Caivano innamorata di una donna trans (sta compiendo la transizione da donna a uomo) a fuggire sulla moto insieme al suo amore per evitare suo fratello che disapprovava: si è trattato di un altro femminicidio!
Ancora una volta un uomo che vuole definire vita e comportamenti di una donna, ancora una volta una società patriarcale che affida all’uomo della famiglia il compito di “correggere comportamenti devianti”. Le donne ridefinite dagli uomini, sembra questa una sorte del tutto nuova e post moderna. Le donne guidate dagli uomini, questa invece è vecchia cosa, tipica di una società che non vuole accettare le libere scelte di donne e uomini e trans.
I media parlano e sparlano di trans fobia (accettiamo pure questa antica definizione scorretta e fuorviante). Pochi comprendono un concetto molto semplice: qualsiasi fosse stato l’oggetto d’amore di Maria Paola, il fratello era lì a controllare che fosse in regola, che non potesse “infettare” sua sorella. Forse il compito gli era stato assegnato dalla famiglia, oppure da una sub cultura patriarcale ancora più pericolosa di quella consueta a cui siamo abituati.
Non ci sono scusanti, nessuna attenuante per chi entra nella vita di una donna per regolarne l’andamento.
E poi la solita sensazione leggendo le notizie in proposito, tutto è regolato al maschile, perfino nell’uso della parola gay(giusta o meno che sia in questo caso): gay si usa per gli uomini, possibile che non si riesca a declinare al femminile questa parola? Si dice “lesbica” e significa sempre “donna”!